Displasia dell’anca nel cane

Il piccolo cane che porta la gioia

Displasia dell’anca nel cane

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La displasia dell’anca ha sicuramente una base genetica: due genitori esenti non fanno necessariamente dei cuccioli esenti, ma due genitori colpiti molto probabilmente fanno cuccioli e/o nipoti con la displasia.

E’ influenzata dallo sviluppo dei primi mesi di vita: un cucciolo obeso che salta dal mattino alla sera ne favorisce la manifestazione ( Cuccioli e salti)
Porta inevitabilmente ad artrosi e quindi dolore: magari non ad 1 anno ma nel corso della vita del cane.

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Ci sono delle razze più predisposte ma può colpire anche i meticci.

Si può diagnosticare prima dei sei mesi di vita, ma si può certificare l’esenzione solo dopo l’anno o più di età. 

Oggi si può curare seriamente ed evitare sofferenze future al proprio animale.
Fare un indagine radiografica non fa venire la displasia.
Per fare una corretta diagnosi bisogna rivolgersi ad un veterinario che si occupa di ortopedia.

Se ti interessa l’argomento segui il filmato.

 

 

Come avrete capito la displasia dell’anca oggi si può curare seriamente ed evitare sofferenze future al proprio animale.

Per fare una corretta diagnosi è necessario rivolgersi ad un veterinario che si occupa di ortopedia.

La valutazione precoce , per essere attendibile, deve comprendere una scrupolosa visita  ortopedica  e  uno  studio  radiografico  statico  e dinamico finalizzati  ad individuare i  segni prodromici della malattia raccogliendo più dati possibili e mettendoli a confronto tra di loro.

Una valutazione incompleta, come quella ottenuta con la sola proiezione ventro-dorsale, in grado solo di individuare le condizioni più gravi, porta ad una prognosi inattendibile in tutti i casi in cui l’unico elemento presente sia l’aumento della lassità articolare.

La  diagnosi  precoce  richiede  una  sedazione  profonda  del paziente o l’ausilio  dell’anestesia generale al  fine  di  poter valutare correttamente la lassità  articolare e la  sublussazione dell’anca senza le interferenze causate dalla reazione del paziente e dalla contrazione muscolare.

Classificazione FCI della displasia dell’anca

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Grado A: nessun segno di displasia dell’anca (HD 0 / HD -). La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il bordo craniolaterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta netto ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° o superiore. Quando inoltre il bordo craniolaterale circonda leggermente la testa del femore in direzione laterocaudale, la conformazione articolare viene definita “eccellente” (A1).


Grado B: articolazione dell’anca quasi normale (HD 1 / HD +/-). La testa del femore e l’acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° oppure il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale con congruità della testa del femore e dell’acetabolo.


Grado C: leggera displasia dell’anca (HD 2 / HD +). La testa del femore e l’acetabolo appaiono incongruenti, l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 100° e/o il bordo cranio laterale risulta appiattito. Possono essere presenti irregolarità o segni minori di modificazioni osteoartrosiche a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale o della testa e del collo del femore.


Grado D: media displasia dell’anca (HD 3 / HD ++). Incongruità evidente tra la testa del femore e l’acetabolo con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è superiore a 90°. Saranno presenti un appiattimento del bordo craniolaterale e/o segni di osteoartrosi.


Grado E: grave displasia dell’anca (HD 4 / HD +++). Sono presenti modificazioni marcate di tipo displastico delle anche, come lussazione o sublussazione distinta, un angolo acetabolare secondo Norberg inferiore a 90°, un evidente appiattimento del marg ine acetabolare craniale e deformazione della testa del femore (a forma di fungo o appiattita) o la presenza di altri segni di osteoartrosi.

fonte: FSA Fondazione Salute Animale

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